



Se ci limitassimo ad analizzare i numeri, i risultati e le classifiche di questo primo scorcio di campionato, potremmo definire esaltante e avvincente l’alternanza al comando delle 4 vetture vincitrici di altrettanti GP. Tuttavia, analizzando le modalità con cui sono maturate queste vittorie, appare evidente che non siamo di fronte a 4 team vicinissimi in termini di prestazioni, che lottano sul filo dei centesimi rendendo incerto l’esito di ogni gara. Questi primi GP dell’anno danno più l’impressione di una lotteria nella quale gli pneumatici sembrano essere il fattore più importante, forse troppo.
Capirne (o indovinarne?) il comportamento in base all’evoluzione delle condizioni della pista è diventato l’elemento principale per definire la strategia dei pit stop in gara e per azzeccare il momento giusto per uscire durante la qualifica. Quest’ultima è peraltro divenuta parte integrante della strategia di gara, come ha dimostrato Raikkonen, che in Bahrein ha deliberatamente sacrificato la posizione in griglia – partendo undicesimo – per salvare gomme nuove in ottica domenica pomeriggio.
Tutto questo caos di prestazioni altalenanti è destinato a durare ancora per qualche gara, ovvero fino a quando i team avranno appreso il comportamento, la durata e le modalità di degrado delle quattro mescole Pirelli nelle diverse condizioni di aderenza e temperatura dell’asfalto. A questo punto c’è da attendersi un ritorno a condizioni di maggiore stabilità, con le vetture più competitive del lotto a contendersi la vittoria. E c’è da sperare che la Ferrari sia tra queste, anche se non sarà facile poiché le modifiche radicali alla Rossa, attese in Spagna, dovranno essere messe a punto in pista, nelle poche occasioni di test a disposizione e, nel frattempo, gli altri team non staranno di certo a guardare. In Cina la McLaren aveva portato parecchi aggiornamenti alla MP4/27 incluso un nuovo diffusore abbinato ad un nuovo fondo. Durante le prove libere del Bahrein la Red Bull ha invece completato le innumerevoli prove di comparazione tra le diverse configurazioni degli scarichi (almeno tre!) viste sulla RB8 da Jerez a oggi, e il miglioramento in termini di carico aerodinamico al posteriore e trazione, ha certamente aiutato Vettel nella conquista di pole e vittoria a Shakir.