Formula 1: si riparte con una nuova speranza per le Ferrari

Il parere tecnico del nostro esperto Fabio Pauluzzi

Sebastian Vettel durante i test a Barcellona

Nel 2021 cambierà tutto e dopo diversi decenni rivedremo vetture a effetto suolo, completamente diverse da quelle attuali. Per quest’anno, invece, ci si attendeva una semplice evoluzione delle monoposto 2019, ma in F1 non si può mai dare nulla per scontato. Il regolamento tecnico, rimasto sostanzialmente invariato rispetto allo scorso anno, non ha frenato l’inventiva degli ingegneri che per migliorare l’aerodinamica delle vetture hanno sviluppato soluzioni a volte estreme in diverse aree.
Osservando le monoposto presentate a Febbraio, che hanno debuttato in pista nei test a Barcellona, si colgono alcuni concetti comuni tra le diverse vetture. Iniziando dalla parte frontale, la maggior parte delle vetture (fanno
eccezione quelle motorizzate Ferrari) si contraddistingue per un muso particolarmente stretto, adottando un concetto aerodinamico introdotto lo scorso anno da Mercedes. Quest’ultima ha anche estremizzato più di altri anche le sospensioni anteriori, che quasi tutti team hanno rialzato per

garantire un migliore passaggio dei flussi d’aria verso il fondo della vettura e la zona inferiore delle pance. Venendo alla parte centrale delle monoposto, le bocche di raffreddamento rialzate di scuola Ferrari sono ormai state adottate da tutti, mentre a Maranello hanno preso spunto da Red Bull nella realizzazione delle fiancate discendenti.
Per ottenere questo risultato gli ingegneri della rossa hanno dovuto lavorare molto sulla disposizione dei componenti della power unit e sulla compattazione dei radiatori. A proposito di questi ultimi, stupiscono le dimensioni estremamente contenute delle prese d’aria di raffreddamento dei team motorizzati Mercedes, segno evidente che i motoristi della stella a tre punte sono riusciti innalzare la temperatura di funzionamento della power unit senza comprometterne l’affidabilità.

Charles Leclerc durante i test a Barcellona

Nella zona posteriore spicca la Ferrari che ha realizzato un cofano motore molto rastremato al pari della zona inferiore aumentando notevolmente la quantità d’aria che investe il diffusore, mentre i rivali di Red Bull e Mercedes hanno puntato sul rialzo delle sospensioni anche in quest’area.
Al secondo giorno di test a Barcellona c’è stata però la sorpresa Dual-Axis- Steering (DAS) di Mercedes, che secondo la FIA è conforme al regolamento e che potrebbe rappresentare un vantaggio significativo. Non basta sicuramente un singolo espediente per vincere un mondiale, anche se ricordiamo ancora tutti il doppio diffusore della Brawn GP, ma è evidente come la W11 del team anglotedesco sia curata e innovativa in tutte le aree tecniche (aerodinamica, sospensioni e motore) riproponendosi come la vettura da battere anche nel 2020.