



Il parere tecnico del nostro esperto Fabio Pauluzzi
Nel 2021 cambierà tutto e dopo diversi decenni rivedremo vetture a effetto suolo, completamente diverse da quelle attuali. Per quest’anno, invece, ci si attendeva una semplice evoluzione delle monoposto 2019, ma in F1 non si può mai dare nulla per scontato. Il regolamento tecnico, rimasto sostanzialmente invariato rispetto allo scorso anno, non ha frenato l’inventiva degli ingegneri che per migliorare l’aerodinamica delle vetture hanno sviluppato soluzioni a volte estreme in diverse aree.
Osservando le monoposto presentate a Febbraio, che hanno debuttato in pista nei test a Barcellona, si colgono alcuni concetti comuni tra le diverse vetture. Iniziando dalla parte frontale, la maggior parte delle vetture (fanno
eccezione quelle motorizzate Ferrari) si contraddistingue per un muso particolarmente stretto, adottando un concetto aerodinamico introdotto lo scorso anno da Mercedes. Quest’ultima ha anche estremizzato più di altri anche le sospensioni anteriori, che quasi tutti team hanno rialzato per
garantire un migliore passaggio dei flussi d’aria verso il fondo della
vettura e la zona inferiore delle pance. Venendo alla parte centrale
delle monoposto, le bocche di raffreddamento rialzate di scuola Ferrari
sono ormai state adottate da tutti, mentre a Maranello hanno preso
spunto da Red Bull nella realizzazione delle fiancate discendenti.
Per ottenere questo risultato gli ingegneri della rossa hanno dovuto
lavorare molto sulla disposizione dei componenti della power unit e
sulla compattazione dei radiatori. A proposito di questi ultimi,
stupiscono le dimensioni estremamente contenute delle prese d’aria di
raffreddamento dei team motorizzati Mercedes, segno evidente che i
motoristi della stella a tre punte sono riusciti innalzare la
temperatura di funzionamento della power unit senza comprometterne
l’affidabilità.
Nella zona posteriore spicca la Ferrari che ha realizzato un cofano
motore molto rastremato al pari della zona inferiore aumentando
notevolmente la quantità d’aria che investe il diffusore, mentre i
rivali di Red Bull e Mercedes hanno puntato sul rialzo delle sospensioni
anche in quest’area.
Al secondo giorno di test a Barcellona c’è
stata però la sorpresa Dual-Axis- Steering (DAS) di Mercedes, che
secondo la FIA è conforme al regolamento e che potrebbe rappresentare un
vantaggio significativo. Non basta sicuramente un singolo espediente
per vincere un mondiale, anche se ricordiamo ancora tutti il doppio
diffusore della Brawn GP, ma è evidente come la W11 del team
anglotedesco sia curata e innovativa in tutte le aree tecniche
(aerodinamica, sospensioni e motore) riproponendosi come la vettura da
battere anche nel 2020.