SPOILER: in uscita il nuovo magazine, n. 248

L’Editoriale, di Claudio Soranzo

La rabbia dell’impotenza. Potrebbe essere questo il titolo più appropriato per illustrare l’ennesima debacle della Ferrari, dopo il primo Gran premio di Toscana disputato al Mugello. Non bastava l’inaugurazione del terzo circuito italiano di Formula 1, dove la casa di Maranello è di casa per i collaudi, dopo Fiorano; non è nemmeno bastato il doveroso festeggiamento per l’anniversario del millesimo gran premio di Formula 1 della Ferrari. Non è stato sufficiente un evento così importante per ricordare il glorioso passato del Cavallino rampante, con tanto di livrea amaranto in ricordo della prima competizione nella massima serie, una settantina di anni fa, per far rinvigorire un Cavallino ormai azzoppato e far resuscitare – o almeno un po’ risorgere – una scuderia quasi sull’orlo di un fallimento sportivo e agonistico.

Risorgere a Soci è d’obbligo

Per tutto ciò, come dicevamo all’inizio, è rimasta solo tanta rabbia di fronte a un’impotenza divenuta ormai cronica. Da prima potenza della Formula 1 ai tempi di Schumacher a seconda e terza negli ultimi anni dietro stella d’argento e bibita rigenerante, la Ferrari oggi si fa superare da formazioni che fino a poco tempo fa viaggiavano normalmente nelle retrovie, solo spettatrici delle volate delle scuderie al top.
E’ stato davvero avvilente constatare che al Mugello Leclerc e Vettel venivano superati con una leggerezza disarmante, con tanta potenza in meno che non poteva portare ad alcuna reazione. Davvero frustrante. Ma dove sono i propulsori di una volta, che avevano addirittura cavalli da vendere? È davvero così inspiegabile la situazione odierna, che qualsiasi persona possa essere autorizzata a pensare a un sabotaggio, tanto la scena che si presenta in ogni Gp risulta così assurda e imbarazzante.
Che c’è ancora da dire dopo il Mugello? Proprio nulla, c’è solo da sperare che dopo aver toccato il fondo si possa soltanto risalire. Ma si è davvero toccato il fondo? O dovremo ancora assistere a gare ancora più pietose?
Ai posteri l’ardua sentenza, come declamava qualcuno qualche tempo fa, e intanto consoliamoci andando ad assistere all’ennesima edizione della cronoscalata Cividale- Castelmonte, l’unica gara automobilistica consentita in Friuli Venezia Giulia in questo funesto anno covidiano, che speriamo finisca presto senza fare ulteriori danni sanitari, economici e sportivi.
Buona salute a tutti!