



Doveva essere la seconda gara della stagione, il 22 marzo scorso, dopo la corsa del debutto, in Australia. La F 1 avrebbe dovuto scendere in pista a Sakhir per il Gran Premio del Bahrain. Sembra passata un’eternità: la pandemia di Covid-19 ha fatto saltare l’evento di Melbourne e ha congelato ogni attività di motorsport fino a luglio, quando la massima categoria automobilistica, tra i primi sport mondiali a riprendere dopo aver messo a punto i necessari protocolli di sicurezza, ha riacceso i motori con due Gran Premi di fila in Austria. Da allora si sono svolti 14 Gran Premi, con tre triplette di gare consecutive. Questo fine settimana inizia la quarta e conclusiva serie che porterà a termine il campionato più anomalo negli oltre 70 di storia della Formula 1.
Il circuito
La pista di Sakhir si sviluppa su 5.412 metri, che domenica saranno da percorrere 57 volte. Famoso per i lunghi rettilinei e le frenate molto impegnative, il tracciato vede le due staccate più difficili alle curve 1 e 14. Sono previste due zone per l’utilizzo dell’ala mobile (DRS): una sul rettilineo del traguardo e l’altra nel tratto compreso fra le curve 10 e 11. La partenza è prevista alle 17.10 locali (15.10 CET), mentre le qualifiche sono sabato alle 17 (15 CET). Si tratta di una gara in notturna, anche se il tracciato sarà illuminato da un potente impianto che non farà rimpiangere la luce del sole. Le temperature della pista andranno scendendo durante la gara a causa del calare della notte.
Sebastian Vettel #5
“Il circuito di Sakhir è da sempre un test impegnativo tanto per i piloti che per le vetture. Per noi che guidiamo c’è il tema delle temperature ambientali che, sorgendo questa pista nel deserto, in certi momenti della giornata sono veramente molto elevate. Per quanto riguarda le monoposto, le caratteristiche della pista mettono in risalto le doti di trazione e costituiscono un banco di prova per i freni che sono molto stressati nell’arco del giro. Noi piloti chiamiamo questo tipo di tracciato ‘stop&go’ a causa delle continue frenate secche seguite da brusche accelerazioni. Non abbiamo mai gareggiato in Bahrain così avanti nella stagione anche se, guardando i dati delle temperature, le condizioni non dovrebbero essere troppo diverse. Abbiamo visto che la nostra vettura ha fatto dei progressi nelle ultime gare e sono curioso di verificare anche su questa pista il nostro livello di competitività”.
Charles Leclerc #16
“Il Gran Premio del Bahrain è una gara molto particolare, perché le caratteristiche del fine settimana fanno sì che lo scenario si modifichi continuamente. A inizio weekend la pista è sporchissima, piena di sabbia che arriva dalle zone desertiche circostanti. Man mano che si gira l’asfalto si pulisce e svela la propria abrasività che mette a dura prova le gomme. Anche luce e temperature sono in continuo cambiamento: si parte all’imbrunire, con asfalto molto caldo e il sole basso all’orizzonte, ma man mano che la gara progredisce il circuito diventa più freddo e bisogna avere la capacità di adattare la propria guida. Ho bei ricordi dello scorso anno, anche se il finale non fu ideale. Speriamo di continuare il trend delle ultime gare, che ci ha visto via via più competitivi”.
Il palmares in Bahrain
La Scuderia Ferrari ha vinto in 6 occasioni in Bahrain: il primo successo è arrivato nell’edizione inaugurale grazie a Michael Schumacher, nel 2004, mentre nel 2007 e 2008 è stato Felipe Massa a conquistare il successo. Nel 2010 si è corsa l’unica edizione del GP sulla pista “endurance”, lunga 6.299 metri: a vincerla fu Fernando Alonso all’esordio con la Ferrari che raggiunse così un ristretto club di vincitori al debutto con la Casa di Maranello formato da Juan Manuel Fangio, Giancarlo Baghetti, Mario Andretti, Nigel Mansell e Kimi Räikkönen. Nel 2017 e 2018 la Ferrari ha vinto con Sebastian Vettel, mentre lo scorso anno Sakhir ha visto lo sbocciare definitivo di Charles Leclerc che, dopo avere ottenuto la pole position, condusse la corsa fino a pochi giri dal termine quando a causa di un problema di affidabilità dovette accontentarsi del terzo posto, il suo primo podio in Formula 1.
Laurent Mekies, Direttore Sportivo
Mai prima d’ora, in settant’anni di Formula 1, il campionato si era chiuso con tre gare consecutive. Assegnati i titoli iridati, c’è ancora lotta apertissima per il terzo posto nella classifica Costruttori, con quattro squadre racchiuse in 24 punti. Con i 27 raccolti in Turchia, la Scuderia Ferrari ha accorciato le distanze dalla terza posizione, ma rimane ancora in sesta. Con quale spirito la squadra approccia la lunga trasferta in Medio Oriente? “Sarà la fine anomala di una stagione assolutamente anomala e, per noi, molto difficile. L’obiettivo è prolungare il trend evidenziato nelle ultime 5 gare, che ci ha visto recuperare un po’ di terreno in termini di competitività, rispetto soprattutto a quelli che quest’anno sono i nostri avversari diretti.
Da un punto di vista organizzativo che problemi pone una tripletta, per di più fuori Europa? “Prima di tutto c’è la sicurezza della squadra, un fronte su cui non possiamo né vogliamo abbassare la guardia. Dobbiamo fare il massimo per mettere tutti nella miglior condizione di lavoro possibile, considerato il gravoso impegno sostenuto finora, con 14 gare disputate in 4 mesi. Credo che ancor più del solito sarà fondamentale il lavoro fatto da remoto a Maranello nel supportare i colleghi in pista: ogni singolo dettaglio che può aiutare a migliorare la prestazione sarà importante, sia per finire bene questo campionato, sia per affinare e rendere più efficienti le nostre metodologie di lavoro per l’anno prossimo”.
Quanto è stato pesante dal punto di vista fisico e mentale per le persone in pista una stagione come quella che ci apprestiamo a chiudere? “Non si può negare che sia stata davvero dura. La situazione creata dalla pandemia e il livello deficitario della nostra performance all’inizio hanno pesato tantissimo. Peraltro, credo che tutto quello che abbiamo attraversato ci abbia reso più forti: non abbiamo perso la bussola, non abbiamo mai mollato la presa e la voglia di migliorare e di reagire. Voglio cogliere l’occasione per fare i complimenti agli uomini e alle donne della squadra che vanno in pista e alle loro famiglie, queste ultime fondamentali, per la resilienza e lo spirito dimostrato in frangenti così difficili. Così come ci tengo a ringraziare i tifosi, che non ci hanno mai fatto mancare il loro supporto, anche se non hanno quasi mai potuto farlo dal vivo in pista”.
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