Formula 1: netto dominio Red Bull

Ferrari dove sei? E le altre??

Il posteriore vincente della Red Bull

Analisi Tecnica della Formula 1 2023, durante la pausa estiva

A cura del nostro esperto, l’ing. Fabio Pauluzzo

Solo Red Bull ha già risolto il rebus dell’effetto suolo!
A due anni dall’introduzione dei nuovi regolamenti tecnici, appare evidente come Red Bull sia l’unico team ad averli compresi pienamente, riuscendo a costruire un vantaggio tale da annichilire qualsiasi ambizione delle squadre rivali, quantomeno nella stagione in corso. L’assenza di voci o indiscrezioni su possibili trucchi o illegalità della RB19, indica che il team austriaco ha semplicemente lavorato meglio, rispetto a tutti gli altri.

Due i fattori principali che hanno sorpreso tutti i team (e la FIA stessa!) a eccezione della Red Bull, che quest’anno si ritrova in una condizione di dominio incontrastato. Il primo riguarda l’errata percezione che i nuovi regolamenti – introdotti nel 2022 – fossero piuttosto restrittivi, limitando fortemente, rispetto al passato, la creatività dei progettisti e la possibilità di trovare la prestazione in diverse aree della vettura. Ebbene, quel genio di Adrian Newey ha intuito prima degli altri che l’effetto suolo può essere sfruttato da un punto di vista tecnico, al di là di quello che tutti potessero pensare o prevedere, specialmente lavorando sul fondo vettura in modo sinergico con le pance laterali (che stanno facendo scuola…) e le ali posteriori.

Il fondo da…copiare

L’altro aspetto di rilievo, che nessuno dei top team rivali – sebbene dotati di capacità e risorse di prim’ordine – ha compreso subito, è la necessità di valutare diversi concetti di vettura in prospettiva, in quanto una soluzione inizialmente poco efficace, se sviluppata, potrebbe invece poi rivelarsi più promettente rispetto a un’altra che nell’immediato fornisce maggiore prestazione. E’ il caso di Ferrari e di Mercedes, che dopo aver inizialmente intrapreso alcune scelte progettuali rivelatisi poco efficaci, hanno impiegato circa un anno e mezzo, prima di decidere di abbandonare, a favore di concetti con un potenziale a lungo termine maggiore. Entrambi i team avevano puntato quasi esclusivamente alla massimizzazione del carico aerodinamico, senza però riuscire a prevedere che le condizioni per ottenerlo, in particolare l’altezza da terra, non sono sempre perseguibili. Ciò spiega in parte l’altalenanza di prestazioni cui assistiamo alle spalle della Red Bull, che viceversa non ha puntato sul picco di carico in determinate condizioni, ma piuttosto su soluzioni meccaniche (per esempio lo schema delle sospensioni) mirate a mantenere un’altezza costante da terra, sfruttando al massimo il carico generato dall’effetto suolo per potersi poi permettere di scaricare le ali.

La Ferrari numero 55 di Carlos Sainz sul circuito di Spa-Francorchamp

C’è infine un terzo fattore “tecnico” che contribuisce al dominio Red Bull e si chiama Max Verstappen, cui è unanimemente riconosciuta una capacità innata nel gestire il limite della vettura. L’asso olandese è infatti dotato di una sensibilità superiore alla norma nell’impostare le curve con traiettorie e velocità ideali, per mantenere le gomme nella corretta finestra di funzionamento senza farle scivolare o deteriorare. Ciò spiega anche il notevole divario di prestazioni rispetto al compagno di squadra, che si registra soprattutto sui tracciati medio-veloci.

Leclerc sul cordolo al GP del Belgio

La condizione di vantaggio maturata a oggi da Red Bull, combinata con il budget cap che limita la capacità di spesa delle squadre, è tale da lasciar presagire un dominio duraturo dei “bibitari”. Per il campionato in corso, l’unica flebile speranza di non assistere a un en plein di vittorie Red Bull deriva da eventuali, ma improbabili, problemi di affidabilità e, soprattutto, dalla scelta Red Bull di sospendere gli sviluppi della RB19 per dedicarsi al 100% alla progettazione della monoposto 2024. Se, viceversa, i team rivali sceglieranno di proseguire lo sviluppo delle vetture 2023, aumenterà la probabilità che, su qualche tracciato con caratteristiche un po’ meno favorevoli alla RB19, si possa assistere a un exploit Ferrari, McLaren o
Mercedes.

Uno sconsolato Charles Leclerc al rientro ai box a Spa

Nella foto di copertina un bellissimo primo piano del diffusore e della beam wing (l’ala a livello dello scarico) della Red Bull, che lavorano in perfetta sinergia con il fondo e il DRS. L’apertura di quest’ultimo determina una condizione di stallo aerodinamico, con conseguente ulteriore vantaggio di velocità sui lunghi rettilinei.

Nella seconda foto sopra, l’incidente di Perez nelle libere del GP di Monaco e il conseguente sollevamento della sua vettura, hanno consentito di svelare il fondo della RB19, che denota una raffinatezza delle geometrie e nella gestione dei flussi dell’aria, ben più raffinate e complesse delle rivali principali, contribuendo a garantire al team austriaco un consistente vantaggio competitivo.

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