Pirelli: scoperte le cause degli scoppi in F1

nico-rosberg-on-track-in-the-train1-150x150_2Dopo i ripetuti scoppi dei pneumatici posteriori su alcune monoposto di Formula 1, sul circuito di Silverstone domenica scorsa, la Pirelli ha effettuato un’attenta analisi del prodotto fornito alle scuderie, constatando che le cause delle rotture sono da imputarsi principalmente ai seguenti fattori, che hanno agito in maniera combinata tra loro:

1)  montaggio invertito delle gomme posteriori, cioè il collocamento dello pneumatico destro al posto di quello sinistro e viceversa, sulle vetture interessate dalla rottura. Le gomme fornite quest’anno hanno una struttura asimmetrica e non sono progettate per essere interscambiabili. I fianchi degli pneumatici sono costruiti in modo da sostenere sollecitazioni di natura diversa tra l’interno e l’esterno. L’inversione delle gomme ne compromette, in determinate condizioni, l’ottimale funzionalità.

In particolare, la parte esterna è progettata per sostenere le severe sollecitazioni che si sviluppano soprattutto in curva in un circuito così impegnativo come Silverstone, con veloci curve a sinistra e alcuni cordoli particolarmente aggressivi.

2)  l’adozione di pressioni degli pneumatici eccessivamente basse o comunque inferiori a quelle indicate da Pirelli. Il sottogonfiaggio contribuisce a rendere ancora più stressanti le condizioni di utilizzo degli pneumatici;

3)  l’adozione di angoli di camber spinti;

4)  cordoli particolarmente aggressivi in curve veloci, come la Curva 4 di Silverstone, teatro della maggior parte delle rotture, che non a caso hanno interessato la gomma posteriore sinistra.

 Gli unici problemi verificatisi prima di Silverstone erano legati esclusivamente alla delaminazione, un fenomeno totalmente diverso. Pirelli si era impegnata a risolvere la questione proponendo a tutti i team di adottare le gomme sperimentate in Canada, che avrebbero dovuto fare il proprio esordio in gara proprio a Silverstone. La delaminazione è stata poi risolta da Pirelli con prove di laboratorio, introducendo una banda adesiva in modo da assicurare un miglior incollaggio tra battistrada e carcassa. Il problema della delaminazione non è quindi in alcun modo collegabile alle rotture verificatesi nel Gp di Gran Bretagna.

 Alla luce di tali risultanze, Pirelli ha sottolineato che:

1)  l’inversione tra le gomme è una pratica che è stata sottovalutata da tutti, in primis da Pirelli che non ne ha impedito l’adozione;

2)  parimenti, il sottogonfiaggio e i camber spinti, sui quali Pirelli non ha controllo, sono scelte che in certe condizioni possono rivelarsi pericolose. A tal fine Pirelli ha chiesto alla FIA che in futuro i relativi parametri siano oggetto di puntuale verifica. La società ha proposto, inoltre, che l’applicazione di tali parametri sia controllata da un proprio delegato;

3)  coerentemente a quanto sempre affermato dalla società il range di pneumatici 2013, se utilizzato in modo corretto, non mette a rischio la sicurezza dei piloti, ma presenta tutte le caratteristiche di sicurezza richieste da FIA.

Alla luce di quanto appurato risulta quindi essenziale che l’utilizzo di pneumatici così sofisticati e prestazionali come quelli forniti per il 2013 sia regolato e strettamente controllato da Pirelli stessa, che per assicurarne l’ottimale funzionamento ha necessità di ricevere dai team in tempo reale tutti i dati fondamentali quali pressioni, temperature e angoli di camber. In attesa dell’introduzione di una regolamentazione che consenta al produttore di pneumatici l’accesso a tali informazioni, fondamentali per lo sviluppo e la gestione in gara di pneumatici così sofisticati, per garantire al massimo la sicurezza delle prossime gare.